Zavattari, pittura e design per interpretare il sacro

Un'approfondita analisi di 'Elevata Concezione' scritta dal giornalista Carmelo Cipriani in occasione dell'esordio leccese per Il Nuovo Corriere di Puglia

Si dipana sulla linea sottile di un filo di lana il racconto pittorico inscenato da Francesco Zavattari a Lecce, nei frammentati spazi dell’ex Conservatorio Sant’Anna. “Elevata concezione” – questo il titolo scelto per la sua immaginifica narrazione – è una personale ispirata al concetto del trascendente, realizzata recuperando saperi antichi e attingendo liberamente ai testi sacri, senza mai cadere nel retorico e nello zelante.  

Una mostra concepita come un tutt’uno, in cui l’insieme – semantico e compositivo – emerge con chiarezza, senza però sacrificare la leggibilità del singolo. Un allestimento minimale, non solo rispettoso della vetustà del contenitore e della sua elegante sobrietà, ma che veicola la fruizione degli ambienti annullandone la divisione. Ogni opera conserva la sua individualità inserendosi in una dimensione dialogica in cui il tema del sacro, sempre arduo da trattare, si presenta con una facies ironica ma non canzonatoria, comprensibile ma non scontata. 

“Elevata concezione – scrive Antonietta Fulvio, curatrice della mostra insieme a Giusy Petracca – è un percorso dentro il genius loci di una città e di una terra ma anche viaggio introspettivo dell’artista nella cui opera c’è sempre un continuo rimando al sacro. Un valore che si è perso tra i meandri di un’esistenza intrappolata nell’egoismo, nella mediocrità dell’ipocrisia, nella celebrazione di falsi idoli e ideologie”.

Pittore e designer lucchese con una rilevante attività nel settore dell’editoria, Zavattari ha già esposto in contesti prestigiosi ricevendo consensi in svariate località europee. Particolarmente significativo il progetto attuato in Portogallo con la collaborazione dell’Associazione Umar, “My Art is Female”, che ha visto la realizzazione di tre opere  in live performance (Braga, Coimbra e Porto) e una importante personale al Museo de Quinta de Santiago di Matasinhos. Nell’esposizione leccese l’artista, muovendosi tra scultura e pittura, affronta l’insidioso tema del sacro calandolo nell’attualità e risolvendolo in modo del tutto personale.

Nei lavori in mostra, tutti ispirati alle forme e ai colori del territorio salentino,  narrativa ed estetica s’intrecciano creando un ensamble visivamente convincente, pregno di riferimenti scritturali – biblici o evangelici – e di rimandi storici e memoriali. Attraverso un segno grafico netto ma non tagliente, sinuoso nella prevalenza di linee curve e rivelatore di facilità esecutoria, l’artista scompagina la staticità della narrazione, offrendo un’interpretazione libera, accattivante e mai dogmatica, delle scene rappresentate. Crossando tecniche e piani di lettura, l’opera travalica gli ambienti espositivi per interagire con diverse dimensioni spazio-temporali, pacificando attitudine religiosa e sguardo contemporaneo.

La mostra, visibile fino al 2 novembre, è organizzata da Raggio Verde in collaborazione con l’associazione culturale Le Ali di Pandora ed è patrocinata dal Comune di Lecce e dall’Accademia di Belle Arti.

 

Carmelo Cipriani - 2015