Su 'Universo Instabile'

Pedagogista ed educatore

Quando si visita una mostra ci si aspetta di scoprire qualcosa fuori e dentro di noi, qualcosa che ci aiuti a comprendere il senso della nostra vita.

La bellezza salverà il mondo si dice, dunque le mostre servono anche a questo.  Se poi la mostra porta il titolo di "Universo instabile" viene la curiosità di saperne di più sull’autore magari facendoci suggestionare dai numeri desunti dal suo nome e cognome i quali ci dicono che: è sensibile e idealista, vuole sentirsi utile e si cala facilmente nel ruolo di educatore, è guidato dal sentimento, si dedica agli altri, ma deve fare attenzione a non creare dipendenza nelle persone che ama. 

La vita famigliare è al centro dei suoi interessi e la sua indole affettiva lo orienta verso un partner ricettivo, disponibile ad accettare i suoi consigli e le sue premure, ma anche le sue pungenti critiche. Si mostra come una persona singolare il cui fascino è dettato da una dignitosa autorità che traspare aldilà dell’abbigliamento o delle parole. Necessita di spazio vitale ed è soggetto a repentini mutamenti alternando momenti di disponibilità ad altri di totale chiusura. Caparbio e volitivo sa organizzarsi con metodo e disciplina, costruendo pazientemente il suo futuro tappa dopo tappa. 

Quando perde l’equilibrio lo ritrova scegliendo una strada che abbia un cuore e dedicandosi a ciò che ama. Questo significa lasciarsi guidare dalle affinità, allontanandosi da ciò che non corrisponde al proprio sentire. Rispettando la propria natura ci si allinea col destino e si è certi di fare la scelta giusta. 

Dunque che quadri ci propone Francesco Zavattari? Sono immagini, colori, composizioni che varcando la soglia del conosciuto si affacciano sui mondi misteriosi del sé. L’integrazione tra forma e colore non è mai scevra di pericoli ma in questo caso ben rappresenta uno slancio evolutivo e il conflitto di chi trasgredisce un mondo formale per rivelare un ordine superiore. 

La composizione di Francesco  canalizza l’energia per trasmetterla a chi lo circonda. Questa sua visione dell’Universo è ricca di suggestioni e di magia, in fondo ci parla di un mondo migliore, e rappresentando il valore assoluto dell’utopia, ci sospinge a superare la linea di confine che separa conscio ed inconscio al fine di accedere a livelli di coscienza non ordinari. La sua sfida è quella di conciliare il sogno con la realtà, incanalando la sua arte verso fini costruttivi. 

Dunque Universo instabile dentro e fuori di noi ma aperto a farsi mettere in gioco dall’ignoto e in questo, i quadri di Francesco sono un buon lasciapassare.

 

 

Vincenzo Lombardi - 2014