Il senso di un nonsenso

La Professoressa Benvenuti su 'Congetture Isomorfe'

Docente di Geometria superiore alla laurea in Matematica e applicazioni, presso l'Università di Camerino

Congetture isomorfe: un titolo che farà storcere il naso a più di un matematico. Perché i due singoli termini, "congetture" e " isomorfe", di per sé dotati di un preciso significato matematico, vengono in esso accostati a produrre un'espressione che ne è totalmente priva: come parlare di "menopausa androgenetica" a un medico, o di "emendamento contumace" a un avvocato.

Certo, un senso matematico a quell'espressione volendo glielo possiamo dare, invocando magari equivalenti come sinonimo di isomorfe, ma è comunque un po' tirato per i capelli. Parlare di congetture isomorfe è alludere alla matematica, suggerire il fascino che esercita su di noi, ma anche manifestare la propria ignoranza tecnica in proposito. È giocare con la matematica, senza però fare matematica per davvero. E in questo senso è il titolo perfetto: perché proprio questo è lo spirito di Francesco, chiaramente affascinato dai personaggi e dai risultati di una matematica che, però, non conosce appieno né vuole (e soprattutto né deve!) spiegare. Questo è in fondo il compito principale dell'artista: prendere ispirazione da domini estranei alla sua formazione ed esperienza quotidiana, e metabolizzare le suggestioni così ricavate per fornirne la sua personale lettura, che spesso risulta poi illuminante anche (quando non soprattutto) per gli specialisti del campo in cui l'artista ha fatto la sua fugace incursione.

Pensate per esempio all'ubiquità della rete, che caratterizza lo splendido allestimento pisano della mostra: Francesco spiega che, in qualche senso, la rete per lui rappresenta la presenza, nella matematica, di una contenzione, di un insieme di princìpi che impediscono al pensiero di esplodere. Il matematico sa bene che è proprio questa rete che lo rende libero, libero di essere creativo e immaginare tutto quello che vuole, a patto di rispettare poche ma fondamentali regole del gioco. Matematico e artista si incontrano dunque nell'idea di una rete che non è una gabbia, ma è anzi tutto il contrario.

Dalla congettura di Poincaré all’ultimo teorema di Fermat, dai teoremi di incompletezza di Gödel all'ipotesi di Riemann, dai nodi di Cebysëv alla macchina di Turing, dalla formula di Eulero all'equilibrio di Nash, tutte le hit della matematica - e tutti i suoi personaggi più affascinanti - sono stati reinterpretati dall'artista e restituiti allo spettatore, in un gioco di forme e linee esaltate e rese a volte quasi stridenti dal colore, vero protagonista dell'esposizione.

 

Bello anche leggere le targhette abbinate alle opere, in cui un'asciutta sintesi del concetto matematico rappresentato si affianca alle parole con cui l'artista stesso lo descrive. In alcuni casi, i due paragrafi sono meravigliosamente non isomorfi: se uno dei due sia solo congettura, sta alla sensibilità di ciascuno valutarlo. Certo, da questo esercizio, tale sensibilità non può che uscire rafforzata.

 

Silvia Benvenuti - 2017